domenica 24 aprile 2011

ho vinto, non ci posso credere!

il castello è salvo


lo credi davvero? pensi veramente di essere al sicuro?
"ho saputo, sai, mi dispiace molto"
"no guarda, non devi proprio preoccuparti, io sto bene, sto bene davvero".

è stato il momento della rabbia, quella furente (quella di cui mi pento).
è stato il momento del dolore, quello che dilania.
è stato il momento del lutto in cui non credi di farcela.
è stato il momento della rivalsa.
ora è il momento dell'attesa.

stai bene? si sto bene. nel senso che non mi sento morire, non mi sento sporca, non mi sento brutta (brutta dentro).
ma ho smesso di sentirmi invincibile, immortale.
ho smesso di pensare a me come una persona diversa, in salvo.

in salvo da cosa? dai tradimenti, dal disamore. il mio, i suoi. il dolore si mischia e non ha più bandiere.

te lo ripeto, stai bene? si sto bene.
allora perchè hai tirato su il ponte levatoio, perchè hai ricostruito e tappato tutte le finestre e tieni gli abitanti prigionieri, senza possibilità di scambi produttivi con l'esterno?
se la guerra è finita, se si è in pace a che serve rimanere arroccati tra ruderi carestie?
bella domanda. forse la guerra non è finita. forse le armi hanno smesso di rosicchiare le mura e rompere i vetri, forse il sangue non sporca più il selciato, ma forse non siamo ancora in pace.
dalle alte torri le sentinelle continuano a vegliare senza sosta e dalle anguste cantine si ode il battere dei fabbri sulle lunghe spade.
le spesse mura hanno retto e il pesante portone ha resistito. dentro al castello gli abitanti si sentono al sicuro. alcuni si tappano le orecchie per non sentire. dov'è finito il figlio del fornaio? boh, era lì un'attimo fa che giocava con la fionda. qualcuno però ha disubbidito agli ordini ed ha calato una fune, una via d'uscita (o di entrata) dall'attesa. eh si, perchè gli ordini della regina non sono mai come gli ordini del re, si sa, lei è matta.
ma ora che l'albero ha perso le sue radici continuerà ancora ad ondeggiare con i suoi rami o crederà più sicuro tuffarsi in un vaso ed aspettare?

non so rispondere.

sarebbe facile perdonare, andare avanti tutte le mattine come sempre e concludere tutte le sere come sempre, o quasi.
è possibile? no, non più.

come stai? non lo so, spero bene.

mercoledì 13 aprile 2011

i motivi per cui vale la pena vivere

Mi sembra di vivere nella terra di EX.
Parlo con i miei ex amici del mio ex compagno nella mia quasi ex casa.
Ho appena rotto un ex barattolo di nutella e penso alla mia ex vita.

Ho ricevuto una telefonata, una di quelle che sai di doverti aspettare ma che fai finta di non aspettare. "Marco ha tre giorni di vita". Si, stava male da tempo. No, non c'era più niente da fare.
Marco non lo conosco. E' il figlio di un ex collega del mio ex compagno. L'ho visto un paio di volte. Marco è un ragazzo di 25 anni in un ospedale lontano da quì che aspetta (lui si).

Ho 31 anni e vago nella terra di EX. Ho buttato via le scarpe strette e ormai logore che per un errore avevo scambiato per stivali da pioggia e invece erano espadrilles di un improbabile colore anni ottanta.

I miei dieci motivi per cui vale la pena vivere oggi (e solo oggi) sono questi:
in ordine sparso e senza priorità

1) per la prima volta che assisti alla nascita di un essere umano
2) per la musica, in tutte le sue articolazioni
3) per i libri, l'odore e il sapore che hanno
4) per leccare la ciotola dove hai impastato un buon dolce
5) per i colori, della natura, delle cose, delle persone
6) per l'odore della pioggia sulla terra
7) perchè ogni giorno puoi scegliere di essere uguale
8) perchè ogni giorno puoi scegliere di cambiare
9) perchè vivere è un'esperienza meravigliosa
10) per l'amore e chi lo sa fare