martedì 31 gennaio 2012

fatti non parole!




Poche chiacchiere oggi si fa il pane. Panini alle noci perchè fuori (e non solo fuori) fa freddo e l'odore del pane appena fatto basta a scaldarti.
La lavorazione di questi panini croccanti fuori e morbidi dentro è un pò lunghetta ma il risultato merita.

Ingredienti per una ventina di panini:
per la biga:
100 gr di farina manitoba
50 gr di acqua
3 gr di lievito

per l'impasto:
150 gr di biga
400 gr di farina (ho mischiato semola e 00)
20 gr di lievito
250 gr di acqua
170 gr di noci
30 gr di burro
10 gr di sale
10 gr di zucchero

Impastare tutti gli ingredienti per la biga e lasciare riposare in una ciotola coperta per una notte.
Tritare le noci grossolanamente.
Fare una fontana con la farina, sbriciolare al centro il lievito e scioglierlo con una parte dell'acqua. Aggiungere lo zucchero e cominciare ad impastare. Aggiungere il sale, la biga e la restante acqua e lavorare fino a rendere l'impasto omogeneo e liscio. A questo punto aggiungere il burro a pezzi e le noci e fare riposare per un'oretta. Riprendere l'impasto e dare un giro di pieghe senza lavorarla troppo. Lasciarla riposare ancora 30 minuti. Formare i paninetti e sistemarli su carta da forno, spennellarli con un goccio di latte e lasciarli lievitare ancora un'oretta. Spennellare ancora e infornare. Cuocere in forno già caldo a 210° per 20-25 minuti.
Buon appetito!

giovedì 26 gennaio 2012

"Il mondo si cambia una nascita alla volta"



“La nascita non è solo far nascere i bambini, ma è anche far nascere le madri. Madri forti, competenti e capaci, che hanno fiducia in se stesse e che conoscono la loro forza e la loro saggezza interiore.
La Doula vuole assicurare la nascita di madri forti e sicure di sé.”

La parola “doula” viene dal greco, e si riferisce ad una mamma che sta a servizio di un’altra mamma.
La doula è una figura professionale che si occupa del sostegno emotivo e pratico alla donna e alla famiglia, dalla gravidanza fino al primo anno del bambino. Non è una figura sanitaria. È una donna che, forte della sua esperienza personale e della sua formazione, offre un sostegno su misura, intimo e confidenziale, nel pieno rispetto delle scelte delle persone che si rivolgono a lei. La doula offre informazioni dettagliate, ascolto attivo e aiuto concreto, propone letture specifiche, effettua massaggi, sedute di moxibustione studiate su misura (anche per il rivolgimento dei bambini podalici) e accompagna i genitori nel percorso nascita, durante il travaglio e il parto (se richiesto) e nel puerperio.
Le doula che si occupano del supporto al travaglio di parto sono operatrici che si occupano dei bisogni fisici ed emozionali delle donne in travaglio, per agevolarle nel loro percorso. Queste figure non hanno compiti medici ma piuttosto utilizzano il massaggio, l’aromaterapia, tecniche di moxibustione, suggeriscono posizioni, e forniscono consigli per favorire la normale progressione del travaglio. Una doula che si occupi dell’assistenza al travaglio di parto sta accanto alla donna sia che essa voglia partorire nella sua casa, sia che si rechi in ospedale o in una casa maternità, e rimane con lei fino ad alcune ore dopo la nascita. Oltre ad offrire un valido supporto emotivo, le doula lavorano come intermediarie tra quelli che sono i desideri delle partorienti e le esigenze dello staff medico, al fine di ottenere informazioni per la propria assistita, che la rendano in grado di effettuare una scelta consapevole e informata riguardo alle procedure mediche che le vengono proposte.
Le doula che si occupano del periodo del postpartum sono addestrate per offrire informazioni alle famiglie, e per sostenere l’allattamento al seno, il riassestamento emozionale e psicologico che avviene nella madre dopo la nascita del bambino, forniscono suggerimenti su come calmare il bambino e lavorano sul potenziamento delle abilità dei neogenitori. Possono inoltre aiutare svolgendo piccole faccende domestiche, cucinando e aiutando gli eventuali fratellini a abituarsi a questa nuova situazione.

martedì 17 gennaio 2012

Arancia e Frutti di bosco in crostata

Un pensiero per i miei bimbi prima di partire. Arancia per Adriano e Frutti di bosco per Francesco e la crostata? del solito Felder! La pate sablée di Felder è davvero un jolly per qualsiasi cosa, biscotti, crostate, tarte tatin, insomma una ricetta preziosa che trovate quì. Per le marmellate ho consumato quello che avevo di già aperto e cioè una marmellata fatta in casa con le arance del mio giardino e una bio. Per il procedimento bisogna fare prima gli spicchi e poi farcirli. Buon appetito a loro e buon viaggio a me (speriamo...)!

lunedì 16 gennaio 2012

brutti ma buoni e Moxa

Il corso moxa a Roma è il primo momento piacevole e costruttivo di quest'inizio d'anno caratterizzato da distruzione e bruttezza. Per chi non lo sapesse il termine inglese moxa (moxibustione) deriva dagli ideogrammi giapponesi Moe e Kusa, che significano "bruciare" e "erba" (quindi "erba che brucia"). La pratica consiste nel riscaldamento di aree cutanee, sovrastanti punti di agopuntura o percorsi energetici, al fine di ottenere una risoluzione di evento patologico. In questo caso in particolare tratteremo la moxa applicata alla gravidanza,  percorso e parto.
Questo il programma dettagliato:
• La gravidanza nel 3 millennio: evento fisiologico o patologico?
• La fisiologia dei 9 mesi: conoscerla per rispettarla
• Approccio olistico alla gravidanza
• Il sottile dialogo dei 9 mesi 
• La madre psico-biologica
• Come utilizzare coni, sigari, riscaldatore, moxa sciolta
• Controindicazioni all'uso e punti proibiti
• La moxa nel parto
• La presentazione podalica: come rovesciare la situazione
• L’istinto l’unica risorsa in grado di aiutare e sostenere la gestante in questa fase di passaggio da donna a madre
• La fisiologia del travaglio- parto
• Il potente aiuto della moxa nel dopo parto
• L’importanza del bonding 
• La prima accoglienza
• L’avvio dell’allattamento al seno


Insomma cose che nascono e cose che muoiono, cose che si creano e cose che si bruciano, momento giusto per provare la ricetta originale dei brutti ma buoni (che a me non fanno proprio impazzire a dire il vero) che mi capitano sotto gli occhi da un pò e poi sono GLUTEN FREE e sono perfetti per Sara e Ziononno. Visto che c'ero ho rifatto anche la versione al cacao che trovate quì, anche quella GLUTEN FREE ma che, a differenza di quelli bianchi, si sono allargati di più. Il perchè lo ignoro...







Io ho fatto la versione ridotta calcolando su un albume e ne è venuto un bel sacchetto quindi fate voi:
300 gr di mandorle tritate abbastanza grossolanamente
250 gr di zucchero
4 albumi
1 pizzico di cannella (non l'ho messo)
1 pizzico di vaniglia (la punta di un cucchiaino)

Accendere il forno a 140°. Montare a neve ben ferma gli albumi. Incorporare poco alla volta lo zucchero, poi le mandorle e la vaniglia. Mischiare con delicatezza dall'alto verso il basso cercando di incorporare quanta più aria possibile. Mettere il composto sul fuoco al minimo e girare finchè non comincia ad attaccarsi. Toglierlo dal fuoco e fare delle piccole palline con l'aiuto di due cucchiaini su una teglia da forno. Infornare per 30-40 minuti. Lasciarli asciugare su una graticola. Buon appetito!

martedì 10 gennaio 2012

Ancora Felder, stavolta tocca alla Linzer torte

Prima o poi le finirò tutte giuro, sperimenterò tutte le ricette.
La ricetta di oggi è una crostata ai frutti di bosco con la pate a linzer del mitico ovviamente. Sui libri e sulla rete si trovano, anche in questo caso, tonnellate di versioni e di procedimenti specie per quanto riguarda la sistemazione nello stampo. E' una pasta che mi ha sempre incuriosito perchè in molte ricette la pasta si mette in forma con il sac a poche, quindi una consistenza lontana dalla solita frolla o sucrèe ma non è neanche simile alla frolla montata, sia per consistenza che per ingredienti. Mi aspettavo in effetti vedendo il procedimento illustrato da Felder che la sua versione fosse meno molliccia e di difficile lavorazione (lui la stende con il mattarello) ma forse è solo un problema dovuto all'inesperienza. Il risultato è comunque squisito e di buona consistenza.
Per quanto sia previsto l'utilizzo del lievito la pasta non risulta panosa ma friabile e tenera al tempo stesso.
Consiglio: non fate i bordi troppo grossi perchè in forno lieviterà abbastanza e vi ritroverete una mattonella con un lenzuolino di marmellata.













Ingredienti:
250 gr di farina
10 gr di cacao
125 gr di zucchero semolato
125 gr di burro a pezzi
60 gr di mandorle tritate
2 uova intere
un pizzico di sale
un pizzico di cannella
la scorza grattata di un limone bio
1\2 bustina di cremor tartaro

Setacciare insieme la farina con il cacao, la cannella e il lievito. Aggiungere il burro a pezzi, lo zucchero (parte dello zucchero l'ho utilizzato per tritare le mandorle), il sale e le mandorle tritate. Sabbiare bene con le mani. Una volta ottenuta una texture di sabbia fine, aggiungere le uova intere e la scorza di limone. Mischiare bene il tutto aiutandosi con una spatola. Avvolgere con la pellicola e lasciare riposare in frigo per almeno due ore. Stendere la pasta (a me c'è voluta parecchia farina per stenderla), foderare uno stampo coperto di carta da forno, bucherellare il fondo e farcire con la marmellata. Infornare in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti. Lasciare asciugare su una gratella.
Felder procede in questo modo. Sistema un disco di pasta sul fondo dello stampo e per il cornicione fa un serpente di pasta, farcisce con la marmellata e ricopre con delle listarelle.
Fate voi il risultato è ottimo, buon appetito!

Non chiamateli sogni.... sono buoni propositi.

Doveva essere proprio così, il primo post dell'anno si doveva aprire con una lista di buoni propositi. Si, è vero, non tutti dipendono da me quindi chiamarli propositi non è proprio esatto ma magari se mi ci metto d'impegno e se concentro tutte le mie energie per metterli in atto, forse non tutti ma qualcuno riesco a concretizzarlo. Hernan Huarache Mamani mi darebbe ragione e non a caso è il suo libro a farmi compagnia in questi giorni buii. Una lista più alla vieni via con me che un rimedio antistress (e infatti lo stress c'è ancora) ma piena di buone intenzioni e di speranza.