domenica 25 dicembre 2011

La notte di Natale

Un rumore inaspettato mi sveglia in piena notte. Assonnata e con la testa che mi scoppia cerco di tirarmi giù dal letto. Sono lenta e pesante.
Forse il prosecco a stomaco vuoto non è stata una grande idea, anche il vino, bianco poi che neanche mi piace. Ma l'acqua c'era?
Sono lenta. Mi trascino in salotto con enorme fatica. Pensieri mi si accalcano nella testa ma è faticoso pure cercare di mettere ordine. La cena, la serata, i messaggi ricevuti e quelli non ricevuti, il vino.... ah già il rumore. Cos'era il rumore? Fosse stato un pericolo sarei probabilmente già morta, allora sarà qualcosa di non pericoloso (che palle!), bah.
Arrivo in salotto seguendo i rumori che non accennano a diminuire e mi ritrovo davanti due piedi che sbucano dal camino. E' notte ma la stanza è illluminata dalle luci dell'albero. Il tipo incastrato nella canna fumaria si accorge di me e mi chiama. "Hey, non stare lì con quell'aria imbambolata, vieni a darmi una mano". Rimango ancora un pò indecisa sul da farsi. Perchè quando arrivano ospiti inattesi sono sempre impresentabile? Il pigiama da power ranger e i calzettoni rosa me li potevo pure risparmiare, almeno a Natale, ma tanto chi doveva vedermi?
Il tipo continua a muovere i piedi freneticamente e a lamentarsi.
E' stato l'alcol sicuramente, ho bevuto troppo. No, questi sono più i sintomi di un'intossicazione alimentare. Passo in rassegna tutto quello che ho mangiato, non era poi tanto. Bignè farciti, tartine e tartellette, pasta con il sugo di pesce. No, forse i fritti. Ma erano solo due. Dev'essere stato il dolce. Il panettone con lievito naturale continua a lievitare dentro di me e a volteggiare tra l'esofago e l'intestino in cerca di un'uscita. Improvvisamente un gran botto e una nuvola di fumo. No, non sono esplosa, il tizio è riuscito a liberarsi e tossisce affannosamente seduto con le chiappe nella cenere. "Beh, certo non mi sei stata di grande aiuto. Aiutami ad alzarmi!"
Siamo uno di fronte all'altra, ci guardiamo entrambi perplessi. Un'uomo grasso con una lunga barba grigia e un improbabile vestito rosso è in piena notte nel mio salotto. Deve venire dal nord, penso. Daltronde anche lui probabilmente si chiederà se non ha sbagliato casa. Dopo tutta quella fatica si ritrova davanti una rincoglionita mezza ubrica vestita da supereroe che lo guarda curiosa.
"Oh, finalmente. Ci siamo" mi dice. Ci siamo dove? Ci siamo chi? Mi chiedo. "Ho qualcosa per te", continua e mi mostra un pacchettino anch'esso rosso, "qualcosa che desideri molto". Santo cielo, che culo! Eh no, aspetta un attimo, dov'è la fregatura? Niente di quello che desidero davvero potrebbe mai entrare in un pacchetto così piccolo. O frose si. Un contratto di lavoro? Le chiavi di quella casetta nel nulla? No, quella non aveva neanche le porte. "Mi stai prendendo per il culo" gli dico. Silenzio.
"Dov'è la tua famiglia?" mi chiede. "Sto cercando di smettere" gli rispondo infastidita. Poi ritratto "i bambini sono con il papà, stanotte tocca a lui". "Serata libera allora!" e ride, lo stronzo. Il suo sorriso calmo e sereno mi infastidisce ancora di più ma è notte, sono stanca e poi ha ragione lui, questa è la mia serata libera e non voglio incazzarmi. "Torniamo a noi" gli dico, cercando di ridarmi un contegno. "Hai qualcosa per me, cos'è?"




Non lo saprò mai, credo, a meno che stanotte non continuerò il sogno da dove l'ho interrotto. Il pacchettino rosso resterà un mistero. Cos'è che desidero da tempo e che ancora non ho? cos'è?....

1 commento:

fatacicci ha detto...

Cara Tuya , mi hai fatto commuovere! Eli