venerdì 22 gennaio 2010

TV sitter


questo post non vuole essere critico né giudicante. Quando è nato Caterpillar eravamo molto attenti, entrava in una stanza e noi spegnevamo subito la televisione. Obbligavamo anche amici e parenti a non vederla davanti a lui. Poi è passato del tempo e lui ha incominciato a parlarmi (poche parole sconnesse ma il senso si capiva bene) di alcuni cartoni animati che aveva visto all'asilo (ALL'ASILO NIDO!!!). Sembra essere una didattica molto diffusa. La mattina si svolgono le normali attività poi la pappa, la ninna e al risveglio c'è TV sitter. Ci sono meno maestre, forse sono stanche, sotto pagate, poco motivate, il fatto stà che così i bimbi sono tranquilli, tutti seduti, attenti, in silenzio; si, sono più gestibili.
Alla fine abbiamo ceduto anche noi e abbiamo comprato dei DVD (la carica dei 101, la spada nella roccia, il libro della giungla ecc.) da fargli vedere ogni tanto.
Si parte sempre molto convinti e sicuri ma poi, quasi sempre, si aggiusta il tiro in corso d'opera. Anche per noi sono arrivate le giornate difficili, i capricci già alle 8 del mattino, il tran-tran quotidiano, la stanchezza, e a volte la televisione alle 5 del pomeriggio sembra l'unica salvezza, un attimo di riposo. Pausa.
Comunque, sempre più studi dimostrano quanto la TV sia dannosa per i bambini soprattutto al di sotto dei tre anni. Ne ho presi quà e là qualcuno (che però non tiene conto della salute dei genitori) giusto per non perdere di vista la giusta misura.


La tv prima dei 3 anni causa danni al cervello
UNO STUDIO SUI NEURONI DEL BAMBINO

Articolo apparso su LA STAMPA del 25 ottobre 2004, pag. 11

Fa davvero così male la tv ai bambini? Secondo uno studio dell'American Academy of Pediatrics può addirittura portare un piccolo durante la sua crescita al cosiddetto Attention Deficit Hyperactivity Disorder, in pratica un disturbo da deficit di attenzione con iperattività definito dagli scienziati ADHD oppure ADD in UK. Ne è affetto il 12% dei bambini statunitensi, e questa condizione particolare ha cominciato a diffondersi negli States proprio durante gli ultimi cinquant'anni, guarda caso proprio con l'avvento della scatola magica dentro le nostre case. L'American Academy of Pediatrics ha preso in esame duemila bambini da uno a tre anni, li ha spiati, seguiti e analizzati e il risultato dello studio è stato inequivocabile: tutta colpa della tv. Fra l'altro si tratterebbe di una ricerca molto importante anche perché dimostrerebbe per la prima volta che i neuroni del cervello di un bambino si sviluppano in maniera diversa se resta attaccato allo schermo per qualche ora al giorno. Sarebbe la velocità delle immagini che deformerebbe il suo senso della realtà. Il dottor Dimitri A. Christakis, direttore del Child Health Institute at Children's Hospital and Regional Medical Center, di Seattle, che ha condotto questa ricerca, sostiene che guardando la tv si ricostruisce il cervello di un bambino. Il danno appare più evidente dai 7 anni quando il piccolo ha difficoltà a prestare attenzione a scuola. "Al contrario della vita quotidiana", dice Christakis, "il passo della tv è molto accelerato rispetto alla realtà di tutti i giorni". Le immagini che un bimbo cattura nel suo cervello dagli schermi della scatola nera vanno troppo veloci e magari senza neppure una precisa connessione logica: "Così la loro rapidità diventa normale per quei bambini che in realtà non sono più normali", aggiunge Christakis. Come disse Jane Healy, psicologa dell'infanzia, il problema è capire se il rumore insistente della tv in una casa può interferire con lo sviluppo dell'"inner speech", la costruzione del discorso, il passaggio da quello che si sente dentro a quello che si esprime, dal quale un bambino impara a pensare attraverso i problemi, i progetti e la riflessione.
Lo sviluppo cerebrale rischia di fermarsi
Un bimbo che gioca con le sue dita ha il sistema neurale che gli viene proprio dal flettere, tirare e stirare ed esercitare quelle dita. La stessa cosa avviene per il cervello, che deve in pratica allenarsi nello stesso modo. Gli scienziati, però ci spiegano pure che il cervello sviluppa un sistema unico dalla nascita ai tre anni. E se un bambino siede come ipnotizzato davanti a qualcosa, quelle vie neurali non si creano. Questo è l'importante sviluppo del cervello che rischia di fermarsi all'età di tre anni. Certo, sembra impossibile che qualcosa di così innocente come anche solo un programma educativo della tv possa nuocere tanto. "Non riesci a pensarlo", dice Claire Eaton, 27 anni, da Lewisham, Australia, al giornalista Jean Lotus che ha costruito un lungo servizio sull'ADHD. "Basta davvero una mezz'ora di pace e di quiete in casa per creare dei problemi al futuro di tuo figlio?".
I danni si riscontrano all'età di 7 anni
Possono genitori che si servono di video come "Baby Einstein" e "Teletubbies" portare i loro figli al rischio di una vita passata nelle "Classi speciali" o a riempirsi di Ritalin, che è un calmante tipo Tabor da somministrare ai più piccoli? Nella sua ricerca condotta su duemila bambini, Christakis ha trovato che per ogni ora passata alla tv nell'età compresa fra uno e tre anni, i soggetti più piccoli hanno quasi il dieci per cento in più di probabilità di sviluppare problemi di attenzione che possono essere diagnosticati all'età di 7 anni come ADHD. Un bimbo ai primi passi che invece si puppa tre ore di televisione al giorno ha il 30% in più di probabilità di avere seri difficoltà a scuola.
Insonnia e ritardo nel linguaggio
Come si manifesta nelle sue forme più elementari questa malattia? Un esempio potrebbe essere quello di M., un bambino di dieci anni. Dai dati anamnestici si rivelano: l'assenza di problemi antecedenti familiari per problemi di linguaggio o di apprendimento; la presenza, nei primi periodi della sua vita, di un sonno irregolare con frequenti risvegli notturni. Le tappe dello sviluppo motorio sono risultate nei limiti della norma, mentre si è evidenziato un ritardo nello sviluppo del linguaggio, con lieve compromissione sia delle componenti fonologiche che di quelle semantiche e sintattiche. Con l'ingresso nella scuola elementare il bambino ha manifestato ritardo nell'apprendimento di lettura e scrittura. Frequenta regolarmente la quinta elementare, ma con uno scarso rendimento scolastico, per la presenza di cadute soprattutto nella capacità di rievocazione di racconti, di attenzione e concentrazione durante lo studio, nel ragionamento logico e nell'esecuzione dei problemi. Secondo genitori e insegnanti, il bambino ha sempre presentato difficoltà a portare avanti da solo i compiti assegnati e una tendenza a "non stare a sentire".
Esistono altri modi per distrarre i figli
Il 26% dei bambini americani ha una tv nella sua stanza, e il 36 per cento delle famiglie americane lascia la tv accesa quasi tutto il tempo, anche quando non c'è nessuno a guardarla. Eppure le buone notizie vengono dalla medicina: in realtà i bambini più piccoli non hanno nessun bisogno di una tv per distrarsi, come dimostra non solo la nostra storia visto che fino a 50 anni fa siamo riusciti a farne a meno. "Il tuo bambino può crescere benissimo imparando a vivere con se stesso o a giocare sotto la tua supervisione", scrive Jean Lotus nella sua inchiesta. Lasciare i bambini da soli con la tv non è proprio una bella idea, dice invece Nancy Hall della Yale University's Bush Center in Child Development and Social Policy. "Ti sentiresti davvero di far passare il tempo di tuo figlio assieme a una baby sitter così speciale come il set di una televisione?".
Una malattia cresciuta insieme alla televisione
Conclusioni. Questa malattia colpisce il 12% dei bambini americani in età scolastica ed è cresciuta drammaticamente negli ultimi cinquant'anni. Altre ricerche avevano già dimostrato che l'ADHD era aumentata di pari passo con l'avvento della tv nelle nostre case, a partire dagli Anni 50, e che si era impennata ancora di più a partire dagli Anni 80, quando sono arrivati di moda i registratori e i video per bambini. Sappiamo che la malattia è anche genetica, ma gli scienziati hanno notato che è trasversale a tutte le classi sociali, che colpisce indifferentemente senza distinzioni di reddito e cultura, e che potrebbe esserci forse una causa unica legata al suo espandersi. Quest'ultima ricerca potrebbe aver risposto a questa domanda: guardar la tv per i bambini è un pericolo.


"La tivù somministrata ai bambini è strettamente
collegata a malattie come il cancro, l'autismo e la demenza"

tratto dalla rivista on line The Scotsman.com Articolo di Fergus Sheppard
lunedì 19 febbraio 2007. Traduzione per www.disinformazione.it a cura di Lorenza Veronese

Affermazione del dott. Aric Sigman "E' il numero di ore e l'età in cui un bimbo inizia a guardare la televisione che incidono biologicamente sull'individuo. E' principalmente a causa del mezzo stesso, non del messaggio trasmesso, che si ottengono questi effetti devastanti".
Il dott. Aric Sigman, uno psicologo che ha già alle spalle numerosi anni di ricerche e pubblicazioni sulla televisione, a seguito di 35 tipologie diverse di studi ha identificato circa 15 effetti negativi che, egli sostiene, essere causati dalla televisione. Tra questi effetti, egli afferma di aver constatato lo svilupparsi di malattie come il cancro, l'autismo e il morbo di Alzheimer.
Il tema del rapporto dei bambini e la televisione e dell'obesità infantile è un argomento largamente trattato a livello europeo e soprattutto molto sentito in Gran Bretagna, dove si stanno da tempo prendendo provvedimenti a livello ministeriale per promuovere le attività sportive (soprattutto all'aperto) e un'alimentazione alternativa.
Ad ogni modo, purtroppo, le ricerche fatte finora hanno per lo più dato risultati negativi e sono da considerare molto seriamente. Il range di bambini affetti da miopia e da deficit di attenzione, da diabete, autismo e di individui che sviluppano, nel tempo, l'Alzheimer, aumenta a dismisura, mettendo in ginocchio la generazione dei giovani moderni, coloro dal cervello anestetizzato dalle immagini sullo schermo. La ricerca del dott. Sigman, pubblicata anche dalla rispettabile rivista Biologist magazine, sostiene che il problema "televisione" parte principalmente dal tempo che si trascorre di fronte alla stessa.
Per molte persone il tempo speso di fronte alla televisione sta diventando una percentuale sempre più alta di quello dedicato a compiere una qualsiasi altra attività fatta eccezione per le ore trascorse a lavorare o a dormire. Secondo una ricerca dell'Ufficio Ricerche sull'Audience britannico, all'età di 75 anni, un individuo si ritrova ad aver trascorso più di 12 anni della sua vita davanti alla tv. Il dott. Sigman, membro della Società Britannica degli Psicologi e autore del libro "Controllo Remoto: Come la Televisione sta danneggiando le nostre vite" ha condotto i suddetti studi in collaborazione con l'Accademia Americana dei Pediatri, l'Universitò di Cornell, Il Centro Medico Universitario di Stanford, L'Ufficio di Ricerche di Mercato Britannico e con quotate riviste mediche come il Lancet ed il Journal of Sleep Reasearch (Rivista di ricerche mediche sul Sonno). Il livello di danno causato dalla televisione, afferma ancora il dottore, dipende da quanto tempo si trascorre a guardarla. Teniamo conto che in media, all'etò di sei anni, un bimbo si ritrova ad aver giò trascorso un intero anno della sua vita di fronte alla tv. Se sommiamo anche il tempo trascorso davanti al computer, continua lo psicologo, allora risulta che l'attivitò svolta di fronte ad uno schermo diventa l'attività predominante per bambini un po' più grandi e quelli di età tra gli 11 e i 15 anni spendono oggi il 55% del loro tempo da svegli (quindi escluse le ore di sonno) o meglio, circa 7 ore e mezza al giorno, guardando televisione e computer. Ciò rappresenta una crescita del 40% avvenuto solo in questa ultima decade. Il Dr. Sigman sostiene che gli effetti di questa attività si riflettono sia sul corpo che sulla mente. Afferma che il cervello, ad esempio, non possa venire affatto stimolato dallo schermo, bensì viene narcotizzato, colpendo aree di quest'organo che, diversamente, verrebbero allenate e stimolate con la lettura, ad esempio. Una serie di effetti concatenati sono emersi tra i soggetti sottoposti a molte ore di televisione come l'obesità l'Alzheimer, il diabete e persino la diminuzione della capacità delle cellule di rimarginare le ferite. L'esposizione alle radiazioni della televisione, è stato dimostrato, sono causa principale della riduzione del livello di melatonina nel corpo, cioè la riduzione dell'ormone che regola l'orologio biologico del nostro corpo come ad esempio il tempo della crescita e dello sviluppo della pubertà. La melatonina viene prodotta dal nostro corpo durante la notte ed induce il sonno. Oggi, invece, si documenta che luminosità emessa dallo schermo della televisione sopprime, in parte, il livello di questo ormone nel sangue. (Il Lancet ha pubblicano nel luglio 2004 che la l'aumento della melatonina in una sola settimana senza tivù è stata del 30%)mQuesta sindrome è evidente nei giovani adolescenti incollati alla televisione che sempre di più sostengono di preferirne la visione notturna.
L'altro effetto collaterale, ovvero quello che affligge il ciclo di crescita dell'individuo legato alla melatonina, è quello che vede le nuove generazioni anticipare l'età della pubertà arrivando all'adolescenza qualche anno prima delle generazioni passate. Questa problematica ha iniziato ad essere osservata giù dagli anni '50 cioè dal periodo in cui la televisione è diventata un mass media. Mentre le ricerche del dottore si dirigono pesantemente dentro alla fisiologia e alla biologia, una conclusione può essere espressa, che ha a che vedere con una critica più generale alla TV è la televisione guardata di giorno, che spazia da soap opera e talk show mandano in "putrefazione il cervello" riducendo di molto le capacità cognitive soprattutto nelle donne anziane, inclusi effetti clinicamente riscontrabili di difficoltà di attenzione, di memoria e di velocità psicomotoria. Tutti i soggetti studiati dimostrano, di fatto, incapacità di reazione e lentezza di riflessi.
Il dott. Sigman aggiunge che "Permettere ai bambini di guardare così tanto lo schermo è una grave mancanza di responsabilità da parte dei genitori, un grave lavarsene le mani", secondo lui ai bambini più piccoli dovrebbe essere addirittura vietato l'uso di tale mezzo, introducendolo per gradi, negli anni successivi al 6° compleanno, somministrandolo con giudizio.

OBESITA'
La televisione è direttamente correlata e ora giudicata come causa indipendente dell'obesità infantile. Il rimanere seduti di fronte ad uno schermo è un'azione che comanda e cresce nella vita dei bambini, rimpiazzando molte attività fisiche. L'inattività è anche una causa di una dieta povera e malsana.

RISANAMENTO CELLULARE
La televisione è coinvolta nei processi di alterazione cellulare, di dimensione e consistenza della pelle e delle cellulare appartenenti al sistema immunitario. Può causare una migrazione di ghiandole cutanee del sistema immunitario, di parti del tessuto epidermico che giocano un ruolo molto importante nel risanamento delle ferite offrendo una difesa contro le malattie.

PROBLEMI CARDIACI
Molte ricerche sostengono che la televisione può essere una causa di malattie cardiovascolari a lungo termine. Negli adulti aumenta il colesterolo e la possibilità di malattie e malfunzionamenti cardiaci strettamente legati all'esposizione allo schermo subita, soprattutto, in età adolescenziale.

METABOLISMO
Una significativa relazione tra le ore settimanali trascorso davanti alla tv e il rallentamento del metabolismo è stata riscontrata. Il rallentamento metabolico diminuisce la possibilità di bruciare i grassi. Combinata con cibi molto calorici e bevande gassate e zuccherate, è una delle maggiori cause dell'obesità infantile e di altre malattie.

VISTA
Danni permanenti alla vista precedentemente attribuiti alla genetica, sono ora correlati all'esposizione allo schermo televisivo. Schermi della televisione e dei computer sono ora una delle maggiori cause della crescente miopia in quanto richiedono lunghi periodi di sforzo oculare nel fissare l'attenzione, da parte del telespettatore.

MORBO DI ALZHEIMER
La televisione guardata tra i 20 e i 60 anni è associata allo sviluppo del morbo di Alzheimer: per ogni ora in più che trascorriamo davanti allo schermo, aumenta il rischio di incorrere in questa malattia. L'attenzione, la memoria ed il tempo di reazione sono tutte abilità che vengono anche pesantemente intaccate.

INTERVALLO DI ATTENZIONE
Lunghi periodi davanti alla televisione possono infliggere danni a ciò che si chiama "meccanismo neuronale" che sta dietro alla capacità di attenzione e al controllo degli impulsi nervosi. Ciò significa danneggiare lo sviluppo delle cellule cerebrali e la capacità di concentrazione sugli oggetti. Per i bambini significa un alto tasso di disordini comportamentali e difficoltà di apprendimento.

ORMONI
Guardare la televisione sopprime la produzione di melatonina, un ormone chiave e un potente antiossidante che ha un ruolo importante nel sistema immunitario, nei cicli della veglia e del sonno e sull'inizio della pubertà. La melatonina regola l'orologio biologico in ognuno di noi, ma gli schermi luminosi possono interrompere questo processo.

CANCRO
La riduzione dei livelli di melatonina, sostiene il dott. Sigman, da come risultato buone probabilità che il DNA produca mutazioni tali da causare il cancro. Alcuni medici hanno pubblicato ricerche sulla connessione tra l'insonnia o i problemi del sonno ed il cancro, dichiarando che la mancanza di sonno induca profondi stati di stress che il nostro corpo tramuta nella produzione di cellule malate, cioè nel cancro stesso.

AUTISMO
Numerosi studi apportati dal team del dott. Sigman e da altri suoi colleghi, dimostrano che le ore spese a guardare la televisione in età infantile potrebbe provocare l'autismo in un bambino su 166. Il dottore cita una ricerca, in particolare, pubblicata dall'Università di Cornell che dimostra come la tv possa essere un grilletto che attiva questa condizione in bambini molto piccoli.

FAME
La mancanza di ore di sonno, dovute al disturbo psico-fisico causato dalla televisione, stimola l'aumento dell'appetito e alla produzione di grasso nel corpo. Questo avviene, secondo le sopraccitate ricerche, a causa di alterazioni subite da ormoni come la leptina e la grelina che regolano la sensazione di pienezza e il senso di fame.

CRESCITA CEREBRALE
I mass media interattivi e persino i videogame sono stati associati con la limitazione dell'attività cerebrale e neurologica. Guardare la televisione è considerato dai neuroscienziati un'attività non stimolante per l'intelletto, che ne impedisce lo sviluppo e l'allenamento. Ciò non accade, invece, per attività quali la lettura.

DIABETE
Il dott. Sigman afferma che guardare la televisione sia strettamente collegato a una significante crescita nel rischio di sviluppo anormale del tasso di glucosio a livello metabolico e dell'evoluzione di un nuovo tipo di diabete. Questo è correlato agli effetti di una vita sedentaria e di una dieta che spesso accompagna le ore spese davanti allo schermo, come dolciumi, caramelle e bibite zuccherate



Uno studio inglese: sempre più diffuse le difficoltà linguistiche
Gli esperti confermano: "Colpa della tv e dello stress"

Un bimbo su sei
non parla a 2 anni

di VERA SCHIAVAZZI
articolo apparso su Repubblica.it

A diciotto mesi, un bambino inglese su quattro non è ancora in grado di pronunciare quelle 20 diverse parole che gli standard internazionali hanno individuato come "soglia minima" al di sotto della quale si può diagnosticare un ritardo nel linguaggio. E la percentuale sale a uno su quattro se si considerano soltanto i maschi, dei quali si conosce da sempre una maggiore precocità motoria e una "pigrizia" nell'esprimersi. La ricerca, realizzata da YouGov per BBC, non fa che rispecchiare un'ansia sempre più diffusa tra le mamme (e i papà), non soltanto in Gran Bretagna. L'ansia delle mamme rimbalza sul web in Italia: "Il mio tesoro di 21 mesi dice soltanto 'baba' per indicare la pappa e 'gnogna' per chiamare mia madre, il pediatra dice che non è nulla ma sono tanto preoccupata...", o ancora "dove posso eseguire un test audiometrico per essere sicura che senta correttamente?", "sapete indicarmi un bravo specialista nel Lazio?" e così via.E se le ragioni di inquietudine non mancano (eccesso di televisione anche da piccolissimi, mancanza di tempo per leggere le fiabe, abbondanza di figli unici sono universalmente riconosciuti come altrettanti fattori che potrebbero contribuire a spiegare il fenomeno) è vero anche che i genitori di oggi sono molto attenti, forse troppo, al benchè minimo sintomo che potrebbe rallentare il loro bambino nella sua marcia verso la crescita. Spiega Stefano Vicari, direttore di Neurospicologia Infantile al Bambin Gesù di Roma: "Un tempo, molti pediatri avrebbero detto alla signora che lamentava la scarsa propensione a parlare del figlio di due anni 'non si preoccupi, è pigro, recupererà in seguito'. Ora, per fortuna, nessuno lo fa più. Ogni bambino è diverso dagli altri e sarebbe sbagliato restare aggrappati a criteri troppo rigidi. Ma a due anni un bambino deve manifestare capacità di espressione e pronunciare delle parole, più o meno correttamente: se non la fa, è bene approfondire le ragioni". L'esperienza quotidiana dei pediatri italiani, i primi a dover dare risposte e a formulare diagnosi, conferma i dati inglesi. E se la ricerca britannica parla di un 34 per cento di bambine e di un 27% di maschietti che hanno pronunciato la loro prima parola già a nove mesi (in inglese dada, o daddy, proprio come 'papà per i coetanei italiani), in Italia cresce l'attenzione per il ritardo nel linguaggio. E, insieme a questa, la rapidità nell'individuarne e curarne le ragioni: "Abbiamo chiesto e ottenuto di introdurre uno screening audiologico fin dalla nascita in alcune città-pilota come Lecce - spiega Giuseppe Mele, segretario della Federazione italiana medici pediatri - La sordità o un deficit uditivo, sono naturalmente soltanto una delle possibili cause dei disturbi di linguaggio dei quali osserviamo quotidianamente l'aumento, ma sono anche quella più facile da indagare fin dalla nascita".Dove lo screening non viene fatto già durante il ricovero per il parto, a sette, otto mesi si può ricorrere al Boel-Test, un insieme di stimoli acustici e di parametri che consentono di stabilire se il bambino sente correttamente. E che i problemi aumentino si spiega, come afferma Mele, "con l'aumento di parti prematuri, di bambini a rischio per altre cause e di neonati che pesano meno dei parametri previsti". "Ma - osserva da un diverso punto di vista Tilde Giani Gallino, psicologa dell'età evolutiva - bisognerebbe tener conto anche di come è cambiato il rapporto tra genitori e figli, anche piccolissimi. Un tempo i neonati e i bambini fino a uno o due anni di età vivevano perlopiù a contatto solo con i parenti stretti, dormivano molto, uscivano di casa solo per andare ai giardinetti. Ora gli stimoli e il confronto sono costanti, e ogni genitore si aspetta che il suo bambino faccia tutto subito, e si preoccupa se questo non accade"."I gesti - osserva ancora Giani Gallino - hanno almeno in parte sostituito le parole, e bisogna dire che la maggior parte dei bambini che tardano a parlare si fa, comunque, capire benissimo dagli adulti che lo circondano. In questo senso, pronunciare correttamente le parole diventa meno necessario e nessun genitore passa più ore e ore a correggere un figlio che non dice bene la 'r' o la 'd'". "Non dimentichiamo - conferma Vicari - che i bambini agiscono per imitazione: camminano se vedono altre persone farlo, parlano per ripetere i suoni emessi dai genitori. Anche per imparare a parlare, comunque, la tv può avere un impatto negativo, nonostante qualcuno pensi il contrario: si tratta di un ascolto passivo, molto meglio l'interazione che si stabilisce tra bambino e adulto, magari aiutata da un libretto illustrato, da una filastrocca o da una canzone". Che cosa fare e che cosa evitare? Lasciar parlare il piccolo senza interromperlo, anche se sbaglia, ascoltandolo con attenzione, favorire i suoi gesti, ripetere correttamente le parole senza pretendere che lo faccia anche lui. Da evitare invece la presa in giro o - peggio - l'abitudine di far finta di non aver sentito perchè la parola è stata pronunciata in modo approssimativo.



giovedì 14 gennaio 2010

costruisco il mio mondo



Nonna birba è una gran conservatrice. Conserva e riutilizza praticamente ogni cosa. Tre traslochi non hanno neanche minimamente sfoltito i quintali di cose accumulate negli anni, ed ecco che con i bimbi sono arrivati anche scatoli e scatoli di vestiti innanzitutto ma anche di giochi. Eh si, giochi di quando ero piccina, giochi di trent'anni fa, praticamente come nuovi.
Ora due sono le cose, o io ero una bimba buonissima e i miei sono due distruttori, oppure i giochi che fanno ora non sono più quelli di una volta. Legno o plastica (plasticone anni ottanta), tutti rimasti illesi dagli anni, dagli spostamenti e soprattutto dai denti e dai lanci!




Ora sta a me tramandare questo antico tesoro e arricchirlo con nuovi tasselli presi un pò qua un pò la.




Questi due giochi in legno sono di design inglese e nascono dalla fantasia del duo Miller Goodman e sono acquistabili su http://www.littlebigmagazine.com/shop


No, non l'ha fatta mio figlio (mi piacerebbe poter dire il contrario) ma tempo qualche anno e mi riprogetta tutto il salotto.




Queste costruzioni coloratissime sono invece della Selecta Arcadia




Questi sono blocchetti in legno Waldorf ordinabili su http://www.toyspectrum.de



....anche se tra le tante, le mie preferite rimangono sempre queste.

mercoledì 13 gennaio 2010

sogno di dormire

Per ora è solo un problema lontano ma prima di quanto non pensi, o meglio, prima di iniziare a preoccuparmene davvero coccolo sarà abbastanza grande da non stare più nel lettino cigolante e bisognerà trovare una soluzione. Si ma quale? Così abbiamo raggiunto un equilibrio perfetto, lettino e letto singolo vanno che è una bellezza. Un altro letto singolo mica c'entra!
Come al solito ho iniziato a fare ricerca ed è uscito fuori ogni genere di meraviglia (facendomi largo nell'abisso dei mobili "barocchi" che ancora purtroppo imperano!).
Una buona mano me l'hanno data un paio di siti molto interessanti se si parla di design riferito ai bambini
http://www.designperbambini.it/
http://minordetails.typepad.com/md_weblog/

Guardate cosa ho scovatoQuesto meraviglioso letto a castello è prodotto dalla Perludi, uno studio austriaco, è in legno massello rivestito in loden.
Non è proprio economicissimo ma lo stile si sa si fa pagare.

Questi bellissimi e coloratissimi lettini impilabili (molto montessoriani!) sono di design e produzione tedeschi Rolf Heide per Müller Möbelwerkstätten.

Altro semplicissimo (e molto carino) lettino stile montessoriano è questo della nume. Il sito è ancora in costruzione e non si riescono ad avere molte notizie.


Questa ed altre carinissime soluzioni per la camera dei bambini l'ho scovata su Ohdeedoh, nella sezione minitour.
Mi è venuto sonno, vado a ninne!

martedì 12 gennaio 2010

quando è ora è ora



questo non sarà un post facile, me ne rendo conto. Sull'argomento di parole se ne sono spese tante e tutte abbondantemente accompagnate da testimonianze, considerazioni scientifiche o semplici sentito dire.
Questa è stata la nostra esperienza, l'alimentazione che abbiamo scelto per i nostri figli.
Racconterò lo svezzamento di cat visto che quello di coccolo è in corso d'opera.
Caterpillar è nato a metà aprile e a settembre ha cominciato il nido.
5 mesi abbiamo sostituito una poppata (quella che faceva all'asilo) con un latte artificiale. Abbiamo scelto il latte 1 della Holle (latte demeter).
6 mesi abbiamo sostituito il latte artificiale con una prima pappa.
Per prima è arrivata la pera, poi la mela, poi abbiamo cominciato a mischiarci una farina (anche questa della Holle) babymuesli.
7 mesi la prima vera pappa (se così si può chiamare). Brodino di verdure (all'inizio solo zucchine, carote e patate) con della farina di riso (anche questa della Holle).
Man mano che il tempo passava aumentavamo la parte solida e diminuivamo quella liquida, cambiavamo farine (miglio, muesli) e passavamo alla pastina. Anche da questo punto di vista cambiavamo abbastanza, grano, orzo, farro. Quasi sempre semi integrali o integrali.
La pappa veniva condita con un cucchiaio d'olio e abbondante parmigiano.
9 mesi le pappe erano due + una merenda al mattino. Il latte mio invece lo prendeva a colazione, a merenda nel pomeriggio e prima di andare a letto.
Nel corso del mese abbiamo sostituito sia la poppata della mattina con un abbondante biberon di latte vaccino biologico intero (prima diluito e via via sempre meno), sia la merenda del pomeriggio con frutta o yogurt.
Alla pappa per variare aggiungevamo una volta parmigiano, una volta ricotta, un'altra robiola e abbiamo cominciato ad aggiungere le lenticchie rosse decorticate e col tempo altri legumi.
10 mesi bye bye tetta.
In realtà è stato lui a rifiutarla. Beh, una volta preso il biberon, si sa, il seno non lo vogliono più, e così è stato per noi. Fosse stato per me saremmo andati avanti per un altro pò contro il parere della pediatra antroposofa.
Fino all'anno la solfa è stata più o meno questa.
Niente carne, uovo e pesce.
Dopo l'anno è stato introdotto il rosso d'uovo e il pesce (intorno ai 18 mesi). Anche altre verdure tipo il pomodoro, gli spinaci, il cavolo ecc.
L'albume al secondo anno e la carne a due anni e mezzo.
In sostanza un'alimentazione a base di molta frutta (fresca e varia il più possibile), molta verdura, cereali (possibilmente integrali, stracotti e anche frullati), latte e derivati.
Contrariamente al parere del "pediatra dei tagliandi" (quello della ASL per intenderci) abbiamo scelto una dieta vegetariana per i primi anni. Abbiamo letto vari libri e articoli sull'argomento dei quali citerò solo qualche fonte, giusto per dare uno spunto per eventuali riflessioni.

"Da quando si è scoperto che la mancanza di alcuni costituenti delle proteine, i cosiddetti amminoacidi, poteva causare malattie, si è prestata una straordinaria attenzione all'assunzione di proteine attraverso l'alimentazione. In effetti, l'organismo umano non è in grado di produrre da se tutti gli aminoacidi ma se ne deve procurare alcuni, chiamati "essenziali" cioè indispensabili per la vita, tramite l'alimentazione. Le carni animali sono ricche di questi aminoacidi che sono tutti presenti anche nel latte e nei suoi derivati e, in misura minore, anche nei legumi, nelle mandorle e nelle noci. Quindi un'alimentazione basata su carne, pesce e uova non è strettamente indispensabile....
Durante il primo anno di vita e fino al terzo circa, ciò che il bambino impara a fare, a dire e a pensare, mostra come sia preponderante lo sviluppo del cervello e di tutto il sistema nervoso mentre massa e forza muscolare si svilupperanno soprattutto la pubertà. E' indubbio che il latte materno con il suo basso contenuto proteico (circa metà di quello vaccino) rappresenta l'alimento migliore nel primo anno di vita. Ci sembra quindi logico mantenere durante tutto il periodo di sviluppo del sistema nervoso il modello alimentare fornito dalla natura, cioè la proporzione di grassi, zuccheri e proteine contenute nel latte materno. Una dieta latto-vegetariana cioè latte e suoi derivati, cereali, verdure e frutta è quindi sufficiente e adatta per il bambino fino a tre anni....
Un altro motivo per evitare carne e uova nei primi anni di vita è la maturazione corporea che provocano".

da "La salute del bambino"
di Wolfgang Goebel e Michaela Glockler (Armando editore)

"
Ma quali sono gli inconvenienti della carne?
Nel caso dei bambini molto piccoli in fase di svezzamento un precoce consumo di carne porta ad un eccessivo accrescimento, e sappiamo che fra accrescimento troppo rapido e insorgenza di obesità e tumori c'è un rapporto. Al di là degli effetti futuri sulla salute, ciò può portare anche a conseguenze concrete più immediate, dovute al fatto che la struttura dentale del lattante non è adatta al consumo di carne. Inoltre la carne troppo spesso contiene sostanze nocive, come residui di farmaci somministrati all'animale durante l'allevamento (antibiotici, psicofarmaci, estrogeni, e così via) mentre non contiene fibra alimentare, a tutto svantaggio della digestione."

Giulia Fulghesu
Psicologa e dietista



"La carne, le uova e il pesce possono aspettare un pò di tempo, fino ai due anni almeno. La carne non è necessaria fino al terzo anno di vita e il pesce fino alla fine del primo, così come il tuorlo dell'uovo, mentre per l'albume dobbiamo aspettare il secondo anno di vita...."

da "L'arrivo di un bimbo in famiglia - esperienze pratiche di pedagogia steineriana"
di Silvia Cànepa e Leila Smétana (Novalis editrice)

"Cari amici, considerando il fatto che in termini evoluzionistici l'uomo è un primate, e che noi abbiamo mantenuto le caratteristiche metaboliche fondamentali dei primati che sono rimasti vegetariani, comprendiamo dunque come il nostro organismo sia programmato proprio per il consumo di frutta, verdura e legumi. Una dieta priva di carne non ci può in alcun modo indebolire, e lo prova il fatto che un neonato nei primi mesi quadruplica il peso che aveva alla nascita nutrendosi solo di latte. La carne non è indispensabile alla nostra alimentazione, nemmeno durante lo svezzamento: le proteine necessarie al nostro organismo, oltre che nella carne e nei cibi di origine animale, si trovano anche in molti vegetali, come i legumi. È dunque possibile trarre dal mondo vegetale una dieta ricca e variata capace di fornirci vitamine, proteine, zuccheri e grassi vegetali in modo completo e calibrato. Esistono poi prove scientifiche che questi alimenti, se consumati in quantità sufficiente, permettono anche di evitare alcune carenze e rinforzano la resistenza contro le malattie infettive. I vegetariani, in genere, hanno non soltanto una vita più lunga dei carnivori, ma evitano malattie croniche invalidanti. "

Umberto Veronesi

"...Qualcuno potrà obiettare: allora nutriamo il lattante con brodo di carne; non vi è praticamente contenuta nessuna proteina. Ma dobbiamo riferirci anche ad un altro punto di vista. Non si tratta di proteine ma di proteine di origine animale con cui il lattante si deve confrontare con l'alimentazione carnea. Viene richiesta troppo presto una prestazione in campo metabolico e viene risvegliato qualche cosa che dovrebbe ancora dormire. Alimentazione vegetale e latte sono quelli che il lattante ottiene dai campi della pura vita; alimentazione carnea e di contenuto animico, collega troppo presto e troppo fortemente il bambino alla terra, rende robusti e indurisce.....
Attraverso la carne bambini assumono però qualcosa dell'essere animico dell'animale. Questo li stimola nell'affermazione di se e nella parte emozionale del loro essere. Popoli che sviluppavano coraggio nella battaglia erano generalmente mangiatori di carne; uomini che rivolgevano il loro interesse ed il loro entusiasmo ai grandi rapporti spirituali del mondo, preferivano un'alimentazione a base di piante o a nche di latte; perchè il latte è libero da influssi animici dell'animale".

da "L'alimentazione dei nostri bambini"
di Udo Renzenbrink

lunedì 11 gennaio 2010

fiabe dalla scuola Waldorf

Mentre scrivo guardo coccolo che familiarizza con il tamburello. Con una mano lo tiene e con l'altra lo batte, un pochino di sangue salentino ce l'ha anche lui... sarà contenta nonna birba!
Sempre a proposito di libri ecco qualche idea per delle letture piacevoli. Le fiabe sono quelle classiche dei fratelli Grimm, di Andersen e non solo e le illustrazioni sono molto leggere, adatte soprattutto ai più piccini.


Biancaneve e Rosarossa
Fiaba dei fratelli Grimm
Illustrazioni di Maurizio Marco Rossi
Edilibri

"La donna aveva due bambine, e poichè esse somigliavano ai due rosai, l'una si chiamava Biancaneve e l'altra Rosarossa"





L'asinello
Fiaba dei fratelli Grimm
Illustrazioni di Maria Biasio Fulgosi

Edilibri

...il giovane principino, mentre andava
a spasso pensieroso, giunse a una fonte... e nell'acqua chiara vide riflesso il suo aspetto di asinello.





La guardiana delle oche
Fiaba dei fratelli Grimm
Illustrazioni di Maria Biasio Fulgosi
Edilibri

"Soffia soffia venticello, porta via quel cappelluccio, che s'involi a mulinello,
lo rincorra Corraduccio, così posso pettinarmi, far le trecce e rassettarmi".






La regina delle api
Fiaba dei fratelli Grimm
Illustrazioni di Maria Biasio Fulgosi

Edilibri

"La seconda impresa era di ripescar dal lago la chiave che apriva la camera da letto della principessa. Quando il Grullo giunse al lago..."





Tremotino
Fiaba dei fratelli Grimm
Illustrazioni di Maria Biasio Fulgosi

Edilibri

...e davanti alla casa ardeva un fuoco intorno al quale ballava un omino, quanto mai buffo, che gridava, saltellando su una gamba sola...





Rosaspina
Fiaba dei fratelli Grimm
Illustrazioni di Maurizio Marco Rossi
Edilibri

"E a quel bacio Rosaspina aprì gli occhi, si svegliò e lo guardò tutta ridente. Allora scesero insieme e il re, la regina e tutta la corte si svegliarono..."




Raperonzolo
Fiaba dei fratelli Grimm
Illustrazioni di Maurizio Marco Rossi
Edilibri

Una coppia di sposi e il giardino della maga, una fanciulla prigioniera nella torre e il figlio del re, due gemelli nel deserto e le lacrime miracolose di Raperonzolo





Le più belle fiabe di Andersen
di Hans Cgristian Andersen
Giunti Editore

In questa raccolta sono contenute le versioni originali de "La Sirenetta", "Il brutto anatroccolo", "La Principessa sul pisello", "Il vestito nuovo del Granduca", "L'usignolo" e molte altre fiabe dal fascino intramontabile.











Il principe ranocchio
liberamente tratta dalla fiaba dei fratelli Grimm
"Il principe ranocchio o Enrico di ferro" a cura di nina Badile

Cambiamenti

C’era una volta - c'era, è ben sicuro un gran castello dentro un bosco scuro e nel bosco profondo e tenebroso davanti a un tiglio robusto, frondoso una sorgente d'acqua cristallina dove talvolta una principessina sedeva, per fermarsi a riposare quando più caldo si faceva di giorno oppure, per restare un po’ a giocare sola in quel luogo; nessuno intorno.

nato con la placenta


Lotus Birth è il modo più dolce, sensibile e rispettoso per entrare nella vita. E' la procedura di nascita in cui il cordone ombelicale non viene reciso e il neonato resta collegato alla sua placenta. Pochi giorni dopo la nascita (dai 2 ai 10, ma di media 3/4) il cordone si separa in modo naturale dall'ombelico del bambino. Il distacco avviene quando entrambi, bambino e placenta, hanno realmente concluso il loro rapporto e decidono sia giunto il momento della separazione. Il contatto prolungato con la placenta permette al bambino di ricevere tutta la quantità del preziosissimo sangue placentare che è presente alla nascita e che la natura ha previsto per la costituzione del sistema immunitario. E' un periodo di transizione in cui il bambino può separarsi dal corpo della madre dolcemente e gradualmente e completare il suo corpo eterico. Un tempo importante per stabilizzare il sistema respiratorio autonomo e gli altri organi. Quindi un tempo che rallenta il processo del dopo nascita e porta la consapevolezza dei bisogni del neonato, permettendo che germoglino intimità e integrazione: il vero bonding, i cui benefici effetti accompagnano la famiglia nel corso della vita. Il Lotus Birth è una bellissima e logica estensione della nascita naturale: ci invita a rispettare il cosiddetto secondamento, la fase in cui nasce la placenta, e ad onorare quest'ultima quale prima fonte di nutrimento del neo-nato.
Molte culture indigene hanno un forte senso di appart
enenza ad un continuum, di cui la nostra cultura fondata su un “io” isolato ci priva. Se riflettiamo su com’è avvenuta la nascita della maggior parte di noi (“drogati” dai farmaci, isolati dalla madre e privati dell’accesso al seno, del contatto epidermico e dell’abbraccio, ossia dei bisogni basilari di ogni cucciolo di mammifero), possiamo iniziare a comprendere meglio le difficoltà che abbiamo nei rapporti interpersonali. Le implicazioni del Lotus Birth diventano più chiare se le consideriamo nella prospettiva delle antiche tradizioni misteriche sviluppatesi in diversi luoghi, in India, in Cina e nell’antico Egitto: attraverso le discipline contemplative e meditative, queste tradizioni avevano sviluppato una conoscenza della totalità dell’essere umano tuttora assente nella medicina occidentale. In termini generali, esse descrivono una serie di dimensioni in cui gli esseri umani vivono simultaneamente, spiegando come una disarmonia o un trauma in una dimensione si ripercuotono sulle altre.

il cavaliere continua

Sempre a proposito di cavalieri....ho fatto una ricerca su internet per cercare qualche giochino sul genere. Considerando che con i playmobil ancora non ci gioca tanto mentre è un vero amante delle costruzioni tipo duplo (i lego sono un pò pericolosi per coccolo), ho trovato una serie che in Europa non si vende ma che è acquistabile su internet.
Robe da maschi!





L'impavido cavaliere

Colpa di nonna birba stavolta.
Quando è venuta a trovarci l'ultima volta, oltre al suo fagotto di golosità che sempre l'accompagnano, ha portato anche una (non so bene come definirla) rivista illustrata molto bella che stampano a Copertino, si chiama Unduetre Stella Laboratorio di Carta di Lupo Editore. E' una raccolta di fiabe illustrate, per bimbi grandi, ma alcune anche per bimbi più piccoli, sicuramente una cosa interessante anche per gli adulti (e ben fatta per me che sono grafica!).
Insomma, Caterpillar e la nonna hanno letto insieme la fiaba dell'impavido cavaliere che uccide il drago e salva la principessa.
Da allora la mia casa si è trasformata in un manipolo.
Lo scatolo del pandoro è diventato un elmo e il mattarello la spada (poi ne abbiamo comprata una di plastica e l'abbiamo colorata di viola, perchè doveva essere proprio viola!!!).
Il cavaliere sfreccia a destra e a manca sul suo nobile destriero. Zacchete zacchete, taglia la lingua del drago, zacchete zacchete, ecco, "no amore, quella è la testa di tuo fratello".
Insomma un continuo.
Diciamo che la nonna ha dato il via ad una vera e propria passione (e il centinaio di volte che siamo stati costretti a vedere la spada nella roccia ne è la conferma).
Ogni momento è buono per sferruzzare, galoppare ecc.

mamma, cucino io

E' vero, non posso negarlo, adoro cercare i giochi per i miei bimbi. Passo le ore (quando le ho) a ricercare su internet, in libreria e in alcuni (in verità davvero pochini) negozi che hanno cose carine. L'altro giorno sono entrata in un comune supermercato della zona dove in passato avevo comprato una casa delle bambole in legno e ho comprato una cucina (70x50x30) tutta in legno, con il forno, il lavandino, le pentoline.... deliziosa. Pagata poi pochissimo, era in supersaldi e costava 19 euro. E' vero, ho due maschietti, e allora? Il fatto che i maschi non giochino con le bambole o alle faccende domestiche è un preconcetto bello e buono!
Comunque la cucina è ancora imballata ma aspetto la prima occasione buona per dargliela e magari (ma solo magari) giocarci insieme.


sono un bimbo che legge

Recentemente sono stata a fare un corso di formazione a Reggio Emilia e ho potuto vedere le scuole dell'infanzia e gli asili nido.
Parlerò della loro (immensa) grandezza in un altro post, quello che mi interessava fare ora era cercare di buttare giù una lista di libri che ho visto e che ho trovato interessanti. Caterpillar cresce alla velocità della luce, inventa storie, le racconta a Coccolo e le implora prima di andare a dormire. Adora mettersi lì, sotto le coperte, ad ascoltare una storia.
Poichè è praticamente l'unico modo per farlo stare tranquillo abbiamo deciso di ordinare un container di libri prossimo alla consegna.
Ho potuto notare che tra gli autori che compaiono più frequentemente ci sono Leo Lionni (del quale ho visto recentemente una mostra a Roma, fantastica), Mari e Rodari (ovviamente).
I libri che ho trovato più interessanti sono i seguenti


Pezzettino
di Leo Lionni

Pezzettino è in cerca della propria identità. È talmente piccolino, infatti, confronto ai suoi amici - tutti grandi e grossi, capaci di volare, nuotare, arrampicarsi - che si convince di essere un pezzetto di qualcun'altro. Così comincia una ricerca che, alla fine, lo porterà a esclamare al colmo dello stupore e della felicità: "Io sono me stesso!".






Federico
di Leo Lionni

Federico è un topolino particolare: mentre i suoi compagni raccolgono il cibo per l'inverno lui sembra perdersi dietro alla pigrizia. "Federico, perché non lavori?" chiedono gli altri topolini. "Ma io sto lavorando!" risponde Federico. Infatti, sta raccogliendo raggi di sole, colori e parole e saranno proprio questi preziosi cibi per la mente a salvare i topolini dal rigido, lungo inverno.






Un pesce è un pesce
di Leo Lionni

La storia di un'amicizia tra un girino e un pesciolino che sott'acqua si "vedono" crescere, ma la rana è anfibia e può, con grande dispiacere del pesce, godere di acqua e di terra e così scoprire di poter appartenere a mondi diversi. Anche gli amici possono provare invidia, ma non possono sfidare le leggi della natura: fuoriuscire dal proprio habitat e rischiare la vita è una mossa maldestra ma istruttiva per accettare e valorizzare la propria condizione. Un pesce è un pesce.




Il Topo dalla coda verde
di Leo Lionni

La compagnia dei topi di campagna vive una vita semplice e beata al riparo dei cespugli. Un giorno, un topo di città porta loro notizie dalla metropoli: è un posto quasi sempre triste e pericoloso, eccetto a Carnevale. Carnevale è bellissimo. I topi di campagna decidono subito di copiare l'idea della festa, le trombette, le stelle filanti, i coriandoli e le maschere. Maschere di animali feroci. Solo che a forza di indossare le maschere, i topi non si riconoscono più e la paura e il sospetto iniziano a circolare... Come andrà a finire questa storia? Una metafora della vita, di come una "maschera" può cambiare l'equilibrio sociale del gruppo.



L'uovo e la gallina
di Iela e Enzo Mari

Con questo libro Iela Mari dedica una serie di ricerche e di studi ai bambini. I suoi sforzi sono atti a trovare un "linguaggio per immagini" adatto all'età prescolare che si esemplificano nei suoi libri. Si tratta di libri innovativi, libri circolari, senza inizio e senza fine, che raccontano il susseguirsi di varie fasi della vita animale e vegetale nelle sue forme più semplici e accessibili ai più piccoli.



L'albero
di Iela Mari

Questa storia comincia in inverno. È una storia senza parole, silenziosa come una bella nevicata. Un nido vuoto aspetta dei nuovi occupanti e, nella sua comoda tana, un ghiro aspetta il disgelo. Tutto sembra addormentato, finché un giorno,
arriva la primavera: i semi germogliano, il ghiro si risveglia, l'albero si riempie di foglie, una coppia di uccellini occupa il nido...



Che cosa ci vuole
di Gianni Rodari

Il testo di questa filastrocca, resa canzone da Sergio Endrigo, è un perfetto esempio di come Rodari usasse trattare le filastrocche come "giocattolo poetico", teorizzando l'importanza per i bambini della poesia vissuta come gioco, ma senza rinunciare a proporre un contenuto. Silvia Bonanni raccoglie il binomio immaginazione-realtà e illustra il testo scegliendo e trasfigurando altre immagini, in un gioco di trasformazioni a un tempo familiari ed estranee.






Il gatto e il pesce
di Dahan Andrè